OLTREPIAVE, appunti sulla storia archeologica e su i ritrovamenti
(Ultimo aggiornamento 12 aprile 2020)
Diviso in due comuni, Vigo e Lorenzago; per Lorenzago la C.A.V. riporta due reperti: una moneta bronzea di Valentiniano (364-455 d.c.) sul passo Mauria, che collega il Cadore alla Carnia, una monete bronzea di Vespasiano (69-79 d.c.) e una d’oro di Onorio (395-423d.c.) in località Ciasate. Ma va anche segnalata una mancanza nella Carta; il 21 luglio 1885 “L’alpigiano/ gazzetta di Belluno”riporta che sul monte Mauria a molta profondità perché sotto le ghiaie di una frana è stato ritrovato una piccola scure in pietra. Questa la descrizione: il foro destinato al manico perfettamente rotondo, i due lati finiscono in taglio come quello di una scure, taglio della lunghezza di mm.35, larghezza mm.30, l’altezza totale è di mm.90. La pietra sembra un conglomerato traente al verde, di una roccia serpentinosa e non molto dura. Viene paragonata all’ascia di Venas, datata alla metà del III-II millennio a.c. Per quanto riguarda Vigo lasciamo illustrare la situazione allo storico Giovanni de Donà, socio fondatore del Gruppo, nonché profondo conoscitore del territorio.
SUL COL PALOTTO LE NOSTRE ORIGINI, di Giovanni De Donà
L’archeologo Eugenio Padovan l’ha paragonato come importanza al sito archeologico del M. Calvario di Auronzo. Intendiamo parlare dell’ “Otiva del Piòan” sul colle di Palotto tra Vigo e Laggio, dove diversi indizi hanno confermato l’esistenza del primo insediamento stabile nel Comune di Vigo, forse risalente a 2.500 anni fa.
Le prime notizie risalgono a quanto scritto da Don Pietro Da Ronco (1850 – 1941) emerito studioso di storia cadorina, che in suo libro “Voci dialettali e toponomastica cadorina” al toponimo Vigo scrive: ” ….. Vico, Vicus, ragunamento di case all’aperto secondo i Romani ….. Ciampon viene indicato luogo di antico accampamento …. verso Laggio a sud est il Colle Pallotto (Palotum) sopra la campagna di Gallea (Cialea) si trovò indicato nelle scritture del 1302 un castello ….” Poi ancora lo storico Giovanni Fabbiani nella sua pubblicazione ” Il Castello di Pieve di Cadore ” dice: ” …. un castello doveva esserci su d’uno sporto di roccia del Tudaio, ove s’inizia il sentiero che porta alla chiesetta di S. Daniele: la campagna sottoposta nel 1302 e ancor oggi si chiama Socastel, cioè sotto il castello “.
Le stesse notizie sono citate da don Giovanni Da Rin Pagnetto nel suo libro ” I paesi dell’Oltrepiave nel Cadore ” Longarone 1921, dove il sacerote avanzava l’ipotesi che per scopi difensivi si deviasse il corso del Rio Laggio allagando la piana di Cilea ” per sbarrare il passo ai nemici provenienti da Auronzo o dal Comelico “.
Il Da Ronco ricorda come nel 1890 durante la costruzione della strada militare di Col delle Rive si trovarono i resti di una abitazione (mura) e una lanterna in terracotta con testa di cavallo e nel 1915 in Col Ciampon durante lavori militari si trovarono oggetti e fibule Romane, oggi persi perché trafugati nel 1918 durante l’invasione austriaca.
L’oggetto più antico trovato in zona è una moneta d’argento del 3° secolo avanti Cristo rinvenuta in ” Piane ” da Giancarlo Arnoldo e consegnata alla Soprintendenza.
La parte di Palotto che guarda Vigo, ad ovest, è detta ” Sote Muro “, quindi sta ad indicare che un tempo sul colle esisteva un muro.
Tutto attorno si notano molti gradoni artificiali dove, fino a qualche decennio fa, c’erano prati e campi. Durante la lavorazione di questi ultimi si rinvennero monete romane databili al terzo secolo, delle fusaiole in piombo (servivano alle donne per filare) e all’inteerno dell’Otiva fu ritrovato a circa 10 cm. di profondità la lama di un coltello in rame con strane incisioni, probabilmente celtico.
A tutto questo si è aggiunto una importante scoperta effettuata presso il Bundesarchiv di Vienna nel 1999 con lo studio di una serie di immagini aeree scattate dai ricognitori austriaci durante la Grande Guerra (1915 – 1917) dove sul colle di Palotto si evidenzia in modo inequivocabile il perimetro di un insediamento antico. Da un attento sopralluogo sul terreno si vedono molto bene i resti di muri e sorprendentemente nella parte ad ovest un quadrato di circa metri 14 x 14 con evidente un ingresso della larghezza di m. 2, probabilmente una torre di segnalazione e avvistamento.
Il luogo è un importante punto strategico-militare perchè si trova in posizione centrale dominando le provenienze dal Comelico (Danta – Passo M. Croce), dalla Val Ansiei (Auronzo), dalla Valle del Piova e dal Passo Mauria.
Recentemente il sig. Leandro Mereu di Sottocastello ha segnalato il tracciato di una strada romana che parte da Laggio e risale tutta la Valle del Piova fino a Razzo, poi prosegue per Pezzocucco arrivando ad Ovaro in Carnia e da qui fino al Municipio romano di Zuglio (Julium Carnicum). Quindi, dopo la scoperta del passaggio di cacciatori neolitici a Pian dei Buoi e in Val Visdende, più 8000 anni fa, ecco un altro importante tassello che si aggiunge al mosaico della storia dei nostri paesi.