Finalmente aperto un ufficio della Soprintendenza a Belluno. Ora è essenziale promuovere un dialogo permanente e una  collaborazione con le forze vive e creative del territorio dell’intera provincia.
di Eugenio Padovan

BELLUNO – In presenza di contrastanti spinte, concezioni, idee sul come considerare le direttrici, i contenuti e i sistemi di sviluppo del nostro territorio, un punto fermo, imprescindibile sono, certamente, da considerare i beni culturali ed ambientali loro tutela e valorizzazione. Intorno a questi presupposti e alle loro osteggianti concezioni, si sono sviluppati nei decenni; scontri, ritrosie, individualismi, collaborazioni e via elencando. Tuttavia tralasciando i limiti sinora verificatesi, limiti ancor ben presenti e difficili da superare, se non attuando criteri di intervento ed azione all’altezza della situazione e del momento in cui viviamo. Ad ogni buon conto si tratta di rendersi conto di come sia il tempo di cambiare registro. E questo è possibile se partiamo dal presupposto di avere avuto, dopo oltre trent’anni di inutili richieste frantesi su inspiegabili dinieghi e muri di gomma e piccole concessioni, almeno l’apertura nella sede dell’Amministrazione provinciale, di un sportello della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso.

Bisogna immediatamente affermare che siamo di fronte ad un notevole passo in avanti che avvicina l’istituto di tutela al territorio con tutte le sue implicazioni, possibili e positive ricadute sul nostro tessuto culturale, sociale ed economico. Ora, comunque, è necessario e basilare operare affinché questo ufficio possa divenire e costituire una infrastruttura culturale, costantemente operativa e dialogante con il territorio: i suoi volontari, appassionati, studiosi anche di altre nazioni, professionisti, entità economiche, enti locali e associazioni. Dialogo, confronto, interlocuzioni, alla pari, dovrebbero essere, costituire le linee portanti di una politica, programmi, progetti capaci di dare un contributo importante alla crescita culturale ed economico turistica del bellunese tutto. Dal Feltrino, alla Valbelluna, all’Alpago, all’Agordino sino al Cadore e Comelico.

Di certo non possiamo nascondere che si tratti di una provincia e di piccole comunità sparse, molto divise e complesse da comprendere e raggiungere vista anche l’orografia e la vastità del territorio. La disamina non deve tralasciare nemmeno le ataviche pregiudiziali concezioni, fortemente radicate e negative, insite in fasce della popolazione, entità economiche e amministrative, nei confronti della Soprintendenza. Ritenuta, di volta in volta, inutile fardello, ostacolo allo sviluppo, entità burocratica irraggiungibile. In altre parole entità da esorcizzare ed evitare.

Tenendo presente che non sia e non debba essere questo il modo di affrontare la questione e considerare il ruolo dell’istituto che tanto ha contribuito nel lungo periodo della sua esistenza , a tutelare e valorizzare i nostri patrimoni culturali e quello che ancora potrà fare nel presente e futuro, dobbiamo prepararci adeguatamente a livello bellunese per affrontare le grandi e complesse sfide che ci attendono, Il primo fatto da tenere nella dovuta attenzione riguarda – come si è detto – l’apertura dell’ufficio nella sede dell’Amministrazione provinciale Belluno. Quindi quali fini ed obiettivi possa svolgere e contribuire a conseguire. Se dovrà solo raccogliere delle pratiche, progetti e quant’altro da esaminare o se, invece, potrà essere considerato una struttura permanente dove i responsabili dei vari settori della Soprintendenza (archeologico, artistico, storico, architettonico e ambientale) opereranno ascoltando e progettando insieme con le varie articolazioni del territorio per la tutela e la crescita complessiva della cultura e delle varie economie che si possano innescare e mettere in azione.

L’avvicinamento della Soprintendenza alle necessità ed aspettative del bellunese, difatti, non può e non deve ignorare o, peggio, tralasciare l’arma più potente , il dialogo complessivo con le forze vive e creative del nostro stupendo territorio.

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