
Pittura affrescata. Catacomba di Santa priscilla, III secolo d.C.
Il Presepe è, lo spiega la parola stessa, un recinto, delimitato da una siepe. Usato per il ricovero del
bestiame. “Praesepire”, il verbo latino, spiega l’atto: cingere, chiudere, sbarrare. Che è anche
difendere, proteggere, abbracciare.
Gesù, riferisce l’evangelista Luca, nacque in una stalla. E fu posto nel luogo dove si sistema il fieno
che serve agli animali: su una mangiatoia, in una greppia. “Cripia” in basso latino. Da cui, nelle altre
lingue d’Europa, tutte le parole con cui si definisce il presepe: “crechè” in francese, “crib” in
inglese, “krippe” in tedesco e “krubba” in svedese. Anche ““wertep” nella lingua russa e “szopka”
in quella polacca, vogliono dire mangiatoia e indicano la rappresentazione natalizia della Natività.
La prima attestazione del Natale è contenuta nel più antico calendario della Chiesa di Roma, il
Cronografo romano del 354, redatto sotto papa Liberio. Nel documento è scritto: “Il 25 dicembre
nacque Cristo a Betlemme di Giudea”. Bisogna però tenere presente che la festa più antica della
cristianità non è il Natale, ma la Pasqua che ricorda la risurrezione di Cristo, motivo fondante della
fede e base dell’annuncio stesso del Vangelo. L’esatto giorno della nascita di Gesù non è
tramandato in modo chiaro neppure dagli evangelisti. Così, i primi cristiani tendevano a
festeggiare, a volte nello stesso giorno, soprattutto il Battesimo o l’Epifania, le date della
rivelazione della divinità.
Come è noto, la maggior parte dei biblisti colloca l’anno della nascita di Cristo dopo il censimento
di Augusto (8 a.C.) e prima della morte di Erode (4 a.C.). Dionigi il Piccolo, nel VI secolo, fissò la
data per errore nell’anno 753 dalla fondazione di Roma. E da quella inesattezza decorre, in tutto
l’occidente, la cosiddetta “era cristiana”.

L’Adorazione dei Magi nella catacomba di Santa Priscilla
Il primo ad affermare con chiarezza che Gesù nacque il 25 dicembre fu Ippolito di Roma, nel suo
commento al libro del profeta Daniele, scritto intorno al 204.
In quel giorno, nel vecchio calendario giuliano, entrato in vigore nel 46 avanti Cristo e basato sul
ciclo delle stagioni, cadeva il solstizio d’inverno: la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno. Le
ore fondamentali della rinascita del mondo. Cristo emergeva dal buio del peccato e vinceva le
tenebre del male e della morte.
(G.Pozzana, FAAV)
Il Gruppo Archeologico Cadorino augura a soci, amici e simpatizzanti Buon Natale e un migliore Anno Nuovo