Il Gruppo Archeologico Cadorino organizza per domenica 13 ottobre 2019
una visita a CIVIDALE DEL FRIULI e alla città di UDINE
con il seguente programma
ore 6.00 Partenza da Auronzo piazza Vigo con arrivo a Tai alle ore 6.30 circa e partenza
per Cividale
ore 9.15 Arrivo a Cividale
ore 9.30 – 12.50 Visita guidata.
Ritrovo presso Museo Archeologico Nazionale, piazza Duomo, 1 – ingresso/biglietteria. Percorso: Museo Archeologico Nazionale (con particolare attenzione alla sezione longobarda), Duomo (compatibilmente alle funzioni religiose) e Museo Cristiano del Duomo (Ara di Ratchis e il Battistero di Callisto), Monastero di Santa Maria in Valle & Tempietto Longobardo, Ponte del Diavolo.
ore 13.00 Trasferimento x Remanzacco (8 km da Cividale e 8 km da Udine)
ore 13.20 – 15.00 pranzo presso trattoria “Da Bastian” a Remanzacco
Tris di primi: gnocchi di patate al ragù, lasagne alla trevigiana, risotto ai funghi; guanciale di maiale con polenta, patate al forno e verdura mista. Dessert, vino (0,25 l), acqua (0,5 l), caffè.
ore 15.10 Trasferimento in pullman a Udine: orario di arrivo previsto ore 15.30 circa
ore 15.30 – 17.30 Visita guidata.
Ritrovo presso piazza I maggio presso Ufficio Turismo FVG. Percorso: colle del Castello, Castello (esterno), piazza Libertà, piazza San Giacomo, via Mercato vecchio, Duomo. Su richiesta visita del Palazzo Patriarcale oppure Oratorio della Purità (affrescato da GB Tiepolo)
ore 17.30 – 18.30 visita libera alla città
ore 18.30 Partenza per il rientro, con arrivo a Tai alle ore 21.10 e ad Auronzo alle
ore 21.40 circa.
Tutti i partecipanti dovranno essere in regola con il tesseramento 2019.
Direzione tecnica: Piazza Tiziano Agenzia Viaggi – Pieve di Cadore
GRUPPO ARCHEOLOGICO CADORINO – gita a Cividale del Friuli e Udine – 13 ottobre 2019
Cividale del Friuli: la storia
Le origini della città di Cividale del Friuli si perdono nella preistoria. Numerose infatti sono le tracce di insediamenti umani nella zona sino al paleolitico e neolitico. Come testimonia la scoperta di due stazioni preistoriche a Prestento e ad est di San Pietro al Natisone. Abbondanti sono i resti dell’età del ferro, rispecchianti la civiltà veneta su cui s’innestò quella celtica.
Cividale, fondata tra il 56 e il 50 a.C., si chiamava Forum Julii, in onore di Giulio Cesare, che nel 49 a.C. la elevò a Municipium. Più tardi avrebbe assunto il titolo onorifico di colonia ed aggiunta alla X Regio. Risparmiata dai Quadi e Marcomanni (167) e da Attila (451), che puntava ad Aquileia, rimase salva sino alla calata dei Longobardi. Dopo la caduta di Aquileia, essa divenne il più importante centro della regione, al punto che il suo nome indicò anche il territorio del l’odierno Friuli.
I Longobardi il 2 aprile 568 condotti da Alboino entrarono in Italia e Forum Julii divenne la prima sede del suo ducato. Il figlio di Alboino, Gisulfo, fu il primo dei diciassette principi che governarono Forogiulio prima della venuta dei Franchi (774). Nel 610 fu distrutta dagli Avari ed ogni ricordo romano spari. Sotto i longobardi la città si chiamò Civitas Austriae, che più tardi si semplificò in Civitas e quindi da Cividât, assunse poi l’odierna forma di Cividale. Nel 737 vi si insediò a Cividale il patriarca di Aquileia Callisto che iniziò una lunga serie di patriarchi con residenza a Cividale.
Nella primavera del 773, Carlo Magno su invito del papa Adriano I, scese in Italia, e sconfitti i Longobardi si proclamò loro re. Nel 787 moriva il Patriarca Sigualdo e Carlo Magno nominò S. Paolino suo successore.
Dopo la decadenza di Aquileia, Cividale fu la più importante residenza patriarcale fino a quando nel 1222 un terremoto la lesionò, costringendo il Patriarca a trasferirsi a Udine. Utilizzata sempre più stabilmente quest’ultima perchè più centrale, Cividale continuò comunque ad avere un posto eminente in tutto il Medio Evo nella storia regionale.
Tormentata e difficile fu la storia della città nei sec. XIII e XIV a causa dell’antagonismo con Udine per la supremazia nel Patriarcato e con i conti di Gorizia, avvocati del patriarca, ma interessati a diventare i veri principi feudatari del Friuli.
Di questa situazione che aveva indebolito il Friuli ne approfittò Venezia, che dichiarò guerra al Patriarcato conquistandolo nel 1420. I Cividalesi si allearono a Venezia, sperando in un proprio rilancio politico. Ma non fu così: fu sottoposta direttamente a Venezia, per la sua posizione strategica, mentre fu Udine a diventare la capitale che Cividale ambiva essere.
A Cividale venne assegnato un Provveditore ordinario dipendente direttamente dal doge. Fu privata dall’autonomia amministrativa nel 1555 quando Venezia avocò a se le competenze esercitate dal Consiglio cittadino. L’arengo fu abolito nel 1588.
La vita cittadina continuò tranquilla sotto il governo veneziano fino al periodo napoleonico. Il 3 maggio 1797 Napoleone dichiarò guerra a Venezia e tutti i provveditori del Friuli abbandonarono le loro sedi. Cividale passò con il trattato di Campoformido agli Austriaci. Con la costituzione del Regno Lombardo Veneto fu inserita nella Provincia del Friuli ed a capo del XIII Distretto.
Con il voto plebiscitario del 21 e 22 ottobre 1866 Cividale fu annessa al Regno d’Italia. La città venne collegata a Udine con la nuova ferrovia gestita dalla Società Veneta.
Con la Prima Guerra Mondiale Cividale si trovò coinvolta nelle operazioni belliche, perché vicinissima al fronte. Il 27 ottobre 1917 la città fu bombardata dalle artiglierie nemiche ed occupata dall’esercito austro-ungarico a causa della tragica rotta di Caporetto.
Il ponte del Diavolo sul Natisone fu fatto saltare dai nostri genieri. Gli Austriaci lo ricostruirono in pietra: quello che vediamo oggi. Finalmente il 4 novembre 1918 la città ritornò libera e per il valore dimostrato dai cittadini fu decorata con la Croce di Guerra.
Nel secondo conflitto mondiale, dal settembre 1943 al aprile 1945 la città fu occupata dalle truppe tedesche. Terminata la guerra e superate le ansie per il confine orientale, tornò anche la voglia imprenditoriale dei Cividalesi che unirono alla fiorente agricoltura per lo più a coltivazione vinicola, l’industria e l’artigianato.
Nel 2012 è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.
Cividale del Friuli: monumenti e luoghi d’interesse
Tra le testimonianze artistiche e architettoniche della città spiccano:
Ipogeo celtico, ambiente scavato nel sottosuolo, diverse sono le interpretazioni sull’origine e la funzione e se ne ipotizza una funzione funeraria e in seguito quella di carceri in età romana e longobarda
Oratorio di Santa Maria in Valle (Tempietto Longobardo, sec. VIII), straordinario compendio di architettura e scultura altomedievale;
Duomo di Santa Maria Assunta (XV – XVI secolo), dopo il crollo del 1502 fu riedificato con gusto rinascimentale dall’architetto Pietro Lombardo da Carona; all’interno si ammira la Pala d’argento di Pellegrino II, capolavoro dell’oreficeria medioevale italiana e due tele di Palma il Giovane;
Museo cristiano, attiguo al Duomo da cui vi si accede, ospita il battistero di Callisto (VIII secolo) e l’ara di Rachtis (730-740 circa), capolavori della scultura longobarda;
Palazzo Comunale, un edificio gotico di mattoni, costruito tra il 1545 ed il 1588 su preesistente edificio del 1286, all’interno del cortile sono stati rinvenuti attraverso degli scavi i resti di una domus romana risalente al I-II secolo d.C.[15];
Palazzo dei Provveditori veneti, costruito tra il 1565 ed il 1605 su un modello di Palladio, ospita il Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli che conserva, in particolar modo, reperti archeologici di età longobarda e importanti codici medievali;
Ponte del Diavolo con la suggestiva vista sul Natisone, che la leggenda vuole costruito dal diavolo in cambio dell’anima del primo passante. La tradizione vuole che i cividalesi non fossero stati in grado di costruire un ponte sul Natisone in un punto considerato troppo pericoloso. Allora ricorsero all’aiuto del diavolo, che promise di risolvere il problema in cambio dell’anima del primo che avesse attraversato il ponte. I cittadini accettarono questa condizione e il diavolo costruì rapidamente il ponte facendosi aiutare da sua nonna diavolessa, che portò nel suo grembiule il grande masso che sta al centro del fiume, tre le arcate. I cividalesi però non erano sciocchi: facendo attraversare il ponte ad un cane ingannarono il diavolo, che dovette accontentarsi dell’anima dell’animale;
GRUPPO ARCHEOLOGICO CADORINO – gita a Cividale del Friuli e Udine – 13 ottobre 2019
Udine: la storia
Sebbene l’origine della città non sia ben certa, pare assodato che durante l’età del ferro prima e durante l’epoca romana poi, dove oggi sorge la città di Udine vi fosse un nucleo abitativo, come testimoniano alcuni reperti storici. La prima fonte attendibile è datata però appena 983: trattasi di un diploma imperiale dell’allora imperatore Ottone II in cui si trova citato il già esistente castello sul quale veniva confermato il predominio della Chiesa, rappresentata dal patriarca di Aquileia. E’ in questo periodo inoltre che comincia la parabola ascendente della cittadina che, in virtù della sua posizione strategica, viene cinta da fortificazioni difensive. Il castello originario sorgeva dove si trova quello attuale e dalla sua posizione elevata, seppur di modesta entità, dominava il terreno circostante, uniforme e pianeggiante.
Nel 1238 il patriarca Bertoldo de Andechs trasferisce a Udine, che da una decina d’anni è sede di un mercato stabile, la sede della Chiesa di Aquileia, conferendo quindi alla città lo status di capitale religiosa e amministrativa del patriarcato, allora molto potente.
E’ un periodo di sviluppo e benessere per la città che aumenta considerevolmente il numero di abitanti, tanto da necessitare di una nuova cerchia di mura che ne consentano l’inevitabile espansione. Il nuovo assetto urbanistico comprese quindi il nuovo borgo mercantile e, in seguito, i borghi rurali che, lentamente ma inesorabilmente, si andavano formando appena fuori dalle mura.
Dopo appena un secolo la città assume quindi un volto nuovo in cui le maggiori funzioni avevano sede attorno alla piazza centrale, punto di raccordo tra il mercato, anima economica del nucleo urbano, e la chiesa, anima religiosa. A poco a poco Udine si arricchisce di monasteri e chiese meravigliose, anche grazie al clima di pace.
Con la cessione del Friuli alla Repubblica di Venezia termina il miglior periodo della città di Udine: l’amministrazione veneta, infatti, non ha alcun interesse ad investire per lo sviluppo di Udine e della sua provincia, troppo decentrata per poter rivestire un ruolo primario nelle politiche di sviluppo della Serenissima. In quest’ottica il territorio udinese diviene soltanto un’utile zona cuscinetto tra i territori della Repubblica e i turchi provenienti dall’impero ottomano. Non vi è da stupirsi quindi che la città fu vittima di un costante impoverimento; nonostante ciò, il dominio veneziano assicurò un lungo periodo di pace alla città ed impose alla borghesia udinese il buon gusto veneto.
Il periodo di stasi della città ebbe fine nel 1866 con la cessione, con il trattato di Cormons, del Friuli occidentale all’Austria. A dire il vero, la città aveva beneficiato, già alcuni anni prima, della messa in esercizio della linea ferroviaria Venezia-Udine-Trieste ma, con l’attivazione della linea che collegava i territori italiani alla capitale asburgica, Udine riconquistò appieno il suo ruolo di importante nodo di congiunzione. Si trattò di una nuova rinascita della città, che arricchì in breve tempo il suo assetto urbanistico con edifici di nuova costruzione, in stile liberty, neogotico ed eclettico.
La città fu saccheggiata e distrutta una prima volta dopo la disfatta di Caporetto nel primo conflitto mondiale dalle truppe austro-ungariche. La ripresa fu particolarmente rapida ma, durante il secondo conflitto, la città risentì dei bombardamenti e la ricostruzione vide la demolizione di notevoli edifici storici.
Il terremoto del 1976 ha provocato seri danni alla città, primi fra tutti quelli relativi al castello cinquecentesco, gravemente lesionato. Il terremoto, sicuramente una pietra miliare della storia più recente, causò la morte di circa un migliaio di persone e danneggiò molti paesi nel territorio della provincia di Udine, alcuni dei quali furono completamente rasi al suolo. Solo grazie allo spirito di sacrificio, alla grande forze di volontà e all’esemplare abnegazione del popolo friulano la ricostruzione ebbe del sorprendente e ancora oggi viene portata ad esempio in tutto il mondo.
UDINE: monumenti e luoghi d’interesse
Tra le testimonianze artistiche e architettoniche della città spiccano:
Castello: è uno dei monumenti più significativi e della città di Udine. Venne edificato nella prima metà del ‘500 in stile rinascimentale sui ruderi di una fortezza precedente. In estate il piazzale del castello ospita eventi come concerti, esposizioni e spettacoli teatrali. Oggi è sede del Museo del Risorgimento e del Museo Archeologico al primo piano, nel piano nobile si trova la Galleria d’Arte, al terzo piano il Museo della Fotografia. Il contenuto storico e culturale risulta quindi essere molto prezioso ed è uno dei siti storici più visitati del Friuli.
Piazza della Libertà: Ai piedi del colle dove sorge il Castello di Udine, questa meravigliosa piazza si apre al turista ricca di elementi storici di enorme valore. Da sempre centro vitale della città, qui si svolgeva il mercato del vino già nel ‘300, divenne piazza Comunale nel 1441 unitamente alla costruzione della bellissima Loggia Lionello e abbellita nel corso dei secoli con la Loggia di San Giovanni, la Torre dell’Orologio, la fontana cinquecentesca e statue del ‘600. Gli stili architettonici pur essendo vari e di epoche differenti, risentono delle influenze gotico-veneziane e rendono tutto il contesto di una bellezza straordinaria.
Via Mercato vecchio: Nel 1223 il Patriarca Bertoldo di Andechs concesse la possibilità di fare mercato in questa via, unitamente alla possibilità di non pagare le tasse. Questo attirò molti mercanti che si stabilirono a Udine e che contribuirono allo sviluppo urbano della zona facendo costruire palazzi e portici. A circa metà via si erge l’imponente Palazzo del Monte di Pietà e poco più avanti la Casa Sabbadini.
Duomo: La Cattedrale Santa Maria Annunziata è il Duomo di Udine, simbolo della vita religiosa della città edificato nel 1236 in stile romanico e consacrato nel 1335. Belli il Portale della Redenzione e il Portale dell’Incoronazione con altorilievi e archi a sesto acuto. Internamente troviamo varie cappelle finemente affrescate e due organi del 1500. Suggestivo il Presbiterio con la statua del Patriarca Bertrando e la cripta. Possibile visitare anche il piccolo museo che si sviluppa nelle sale attigue.
Piazza Matteotti: è da sempre uno dei luoghi più frequentati della città. Al centro si trova la Fontana di Giovanni da Udine del 1543 e la colonna con la statua della Madonna con Bambino del 1487.
Circondata da file di portici, che s’interrompono dove si erge la trecentesca chiesa di San Giacomo. Accanto alla chiesa si trova la Cappella delle Anime, con le statue delle quattro virtù cardinali, su via delle Erbe il Palazzo Comunale e su via Cavour troviamo Casa Cavazzini, sede del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea.
Palazzo Patriarcale Museo Diocesiano: Edificato nel XVI secolo per volere dei patriarchi di Aquileia, oltre alla bellezza dei suoi esterni è sede del Museo Diocesiano e Gallerie del Tiepolo. Il museo comprende una ricca raccolta di arte sacra, la visita alle sale affrescate dal Tiepolo e la biblioteca arcivescovile.
Casa Cavazzini: Edificio privato del 1540 di nobile famiglia, oggi è sede del Museo di Arte Moderna della città. Il museo con la sua collezione permanente è disposto sul primo e sul secondo piano, mentre Il piano terra è dedicato all’allestimento di mostre temporanee e avvenimenti collaterali.
Parco Botanico del Cormor: è il parco dove gli udinesi passano giornate, il polmone verde della città dove poter passeggiare e fare attività fisica. Spesso è sede di iniziative come concerti ed eventi culturali, specialmente in estate. All’interno si trovano punti di ristoro e un mercato periodico di frutta e verdura.
Museo Etnografico del Friuli, ospitato nel cinquecentesco Palazzo Giacomelli, presenta una ricca collezione relativa ai diversi ambiti della cultura tradizionale friulana in un arco di tempo che va dal XVIII e il XX secolo. Scopo del museo è la divulgazione delle tradizioni rituali, linguistiche e popolari della zona.
Chiesa di Santa Maria di Castello: Questa chiesa è il più antico luogo sacro della città, databile 1200 d.C. ma costruita su resti preesistenti di epoca longobarda. lo stile è romanico, internamente divisa in tre navate divise da archi e pilastri, con affreschi tra cui spiccano un’Incoronazione della Vergine, e il Martirio di San Lorenzo. Del ‘500 la torre campanaria eretta a fianco della chiesa.