Dal Corriere delle Alpi del 9 ottobre 2018
Lamon: un’altra dozzina di tombe nella necropoli romana
I defunti sepolti presentano ricchi ornamenti fatti di spille collane e coltellini a serramanico
Un’altra dozzina di tombe che fa salire il numero a novanta: l’ultima campagna di scavi a San Donato conferma come la necropoli romana scoperta sull’altopiano sia di assoluta importanza per dimensioni e reperti che ha regalato ai ricercatori. L’ultima campagna, ancora in corso e in fase di ultimazione vede in prima linea il Gal Prealpi e Dolomiti, grazie al quale l’archeologo Davide Pacitti con alcuni suoi collaboratori ha proceduto ad ulteriori scavi di concerto con la Soprintendenza archeologica. L’attività è stata presentata sabato nel corso di un open day archeologico che ha richiamato alla necropoli romana un discreto numero di appassionati e curiosi malgrado il clima poco invitante.
Pacitti e il suo team hanno cominciato a scavare all’inizio di settembre e hanno rinvenuto diversi reperti interessanti. La funzionaria della Soprintendenza Chiara D’Incà fa il punto della situazione: «Quello attuale è l’ultimo capitolo di una serie di scavi che si sono iniziati negli anni 2000 portando alla luce numerose sepolture risalenti all’epoca romana e con il ritrovamento di importanti elementi di corredo».
La posizione dei defunti è particolare in quanto la schiena è appoggiata alla parete della fossa e ciascuno è accompagnato da oggetti e accessori che venivano sotterrati assieme al defunto: «Tra gli uomini», spiega la D’Incà, «un oggetto piuttosto comune era il coltellino a serramanico, mentre le donne venivano riccamente ornate con braccialetti, orecchini e collane. Accessori di fogge diverse, in alcuni casi veri e propri gioielli. Anche le spille ferma vesti erano molto diffusi nelle sepolture di entrambi i sessi».
Molto di questo materiale è già stato restaurato e fa parte dell’attuale Museo archeologico che nei prossimi anni sarà notevolmente potenziato nella sua nuova collocazione prevista nell’edificio di proprietà della Cassa rurale. Preziosa la collaborazione dei proprietari del terreno ove si trova la necropoli, e grande collaborazione anche tra gli enti interessati. La mole di materiale, di reperti e di considerazioni legati alla Necropoli di San Donato sono oggetto di uno studio scientifico che nel giro di un paio d’anni dovrebbe confluire in una corposa pubblicazione in grado di fare un quadro dettagliato ed esauriente di quanto rinvenuto. I primi scavi “fai da te” risalgono ancora all’800 ed è per quello che sabato è stato lanciato un appello ai residenti dell’altopiano: «Un eventuale reperto singolo non ha grande valore», spiega ancora Chiara D’Incà, « ma riunito a tutto il materiale rinvenuto darebbe lustro all’esposizione che si trova al museo. Per questo facciamo appello a chi dovesse avere in casa un cimelio della Necropoli a contattare il Comune e la Pro loco che faranno da tramite per la raccolta.
Quanto al futuro, l’archeologo Paolo Forlin, futuro curatore del Museo archeologico di Lamon, getta le basi per il 2019: «Ci sarà una collaborazione con il Dipartimento di archeologia di Durham, in Inghilterra, con l’attivazione di ricerche ulteriori sui materiali scheletrici di epoca romana di San Donato e medievali di San Pietro. Inoltre saranno attivate ulteriore ricerche archeologiche del paesaggio, sempre a San Donato con indagini geofisiche e ricognizioni di superficie. –R.C. BY NC ND
Dal Corriere delle Alpi del 5 settembre 2018
San donato di lamon
Indagine archeologica alla Necropoli Romana – a caccia di nuovi reperti
LAMON Ha preso il via in località Piasenot a San Donato la nuova campagna di indagine archeologica nella necropoli romana oggetto di scavi approfonditi fino a una decina di anni fa. L’iniziativa è resa possibile dall’alleanza tra Gal Prealpi Dolomiti e Comune di Lamon che hanno unito le forze e stretto un accordo con la Soprintendenza per eseguire queste ulteriori ricerche che si svolgeranno nel periodo autunnale. Ad occuparsene l’archeologo Davide Pacitti che ha già lavorato in passato sulla stessa necropoli. Il costo dell’operazione, che rientra all’interno del progetto Interreg Italia /Austria denominato Hereditas Via Claudia Augusta, è di poco meno di 33 mila euro: «La speranza è che emergano nuovi reperti», spiega il sindaco Ornella Noventa, «così da valorizzare ulteriormente l’area. Da parte nostra, puntiamo a riqualificare la zona con teche e pannelli informativi per i visitatori sfruttando i Fondi per i comuni di confine». –R.C. BY NC ND