Dal Corriere delle Alpi del 10 giugno 2016

Alpago. Gli esperti chiedono indagini dall’alto. Intanto gli studenti dell’elementare la scoprono

Necropoli, servono riprese a infrarossi

ALPAGO I ragazzi alla scoperta della necropoli Venetica di Pian de l’Agnela. Beni archeologici materia di studio per gli alunni della classe quinta elementare “Antonio Dazzi” di Farra. L’altro giorno la scolaresca è stata accompagnata dalle maestre Marika Zanon e Beatrice Da Re a Pieve, sul luogo dei ritrovamenti, a 900 metri d’altezza. Ad accogliergli c’erano Eugenio Padovan e Gianclaudio Da Re dell’associazione Amici del museo e il nuovo sindaco di Alpago, Umberto Soccal con Floriano De Pra e Giuseppe Pellegrinotti. L’uscita dei ragazzi sul territorio per conoscerne particolarità e ricchezze fa parte delle iniziative che la scuola ha dedicato in questa occasione all’archeologia, con un duplice approccio, come spiega Padovan: «Prima abbiamo condotto con gli alunni una visita sul campo, mostrandogli i luoghi del ritrovamento delle 13 tombe e la doppia disposizione della necropoli, una parte in piano, e una parte sviluppatasi su un breve declivio».

Corredi funebri ricchissimi, per sepolture che si pensa appartengano tutte a delle donne, in un periodo compreso tra il VII e V secolo avanti Cristo. Nella seconda parte gli alunni hanno potuto assistere alla proiezioni in municipio a Pieve di significative immagini dei reperti ritrovati, che si trovano ancora custoditi a Padova. Monili, collane, bracciali, oggetti e ornamenti preziosi e di rara fattura. Testimonianze di una cultura e una società probabilmente molto ricche, ritrovamenti che fanno presagire anche la vicinanza di un villaggio ancora da scoprire.

Ed è proprio l’importanza storica e archeologica delle “Signore dell’Alpago”, come è stato intitolato il recente libro finanziato da Cariverona che tratta questa scoperta, che spinge gli Amici del museo a chiedere che i preziosi reperti possano presto tornare in Alpago «accolti in una struttura curata che li valorizzi scientificamente e che li promuova con lo scopo di creare anche un indotto economico». E anche per ciò che riguarda la possibilità di portare alla luce una città o un borgo nei pressi della Necropoli si potrebbe fare qualcosa. «Una ripresa a infrarossi dall’alto potrebbe rivelarci qualcosa come è accaduto in Comelico», dice ancora Padovan auspicando che la nuova amministrazione comunale colga l’invito degli Amici del museo, «dobbiamo puntare su questa ricchezza e fare tutto ciò che è necessario per valorizzarla adeguatamente». Ezio Franceschini