dal Corriere delle Alpi 10 marzo 2107

Presentati ieri i risultati di tre anni di scavi nella zona del Castello, in mostra fino al 17 aprile 2017
Podestagno, reperti di 2000 anni fa

CORTINA Sono stati presentati alla Ciasa de ra Regoles, i risultati delle ricerche archeologiche di quattro campagne di scavo, tra il 2013 e il 2016, sulla rocca di Podestagno, a nord di Cortina, nel Parco delle Dolomiti d’Ampezzo. Le ricerche sono state promosse dalle Regole e condotte dalla società Land, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e per le province di Belluno, Padova e Treviso, su un castello la cui storia, prima degli scavi, era conosciuta solo grazie ai documenti di archivio. Gli scavi stanno fornendo dati preziosi sulle origini della rocca, sulle sue trasformazioni architettoniche e sugli aspetti della vita che vi si svolgeva tra il tardo medioevo e il suo abbandono, avvenuto nella seconda metà del Settecento.

Alla presentazione è intervenuta Carla Pizzarini, della Soprintendenza, che ha sottolineato come «dal primo sopralluogo fatto nel 2014 ad oggi il sito sia cambiato: il castello sta prendendo forma, ma anche vita, grazie ai vari aspetti che stanno emergendo dagli scavi». L’idea è partita da Lorenzo Petrassi, presidente Land s.r.l., che assieme all’archeologo Stefano Pracchia ha dedicato quattro anni in modo appassionato e volontario al progetto, grazie anche a finanziamenti privati e alle Regole che hanno creduto nel progetto. «Vengo a Cortina da quando ho cinque anni; ho passeggiato e arrampicato molto tra queste montagne, e volevo in qualche modo ringraziare questo luogo – ha spiegato Petrassi – . Ho ottenuto i permessi, e le Regole mi hanno appoggiato. All’inizio c’era molto scetticismo, si pensava non si trovasse nulla; ma la terra conserva molto di più di quello che si possa immaginare». Il lavoro è stato ripagato dal ritrovamento di numerosi oggetti di varie epoche. La prima fu un frammento di ceramica che riporta al vasellame in uso tra il I sec. a C. e il I sec. d.C.: la scoperta attesterebbe una presenza umana a Podestagno molto anteriore rispetto a quanto ritenuto fino ad oggi. La maggior parte dei reperti, tuttavia, è di epoca medievale, dal 1.100 circa, fino al 1.600. I ritrovamenti e le datazioni storiche confermano un origine del castello attorno al 1.100» ha spiegato Pracchia. «Nel corso della campagna sono state aperte delle trincee di scavo, che hanno dato la possibilità di confermare la pianta del castello da noi conosciuta. In cima alla rupe è stato ritrovato ciò che resta della cisterna filtrante l’acqua del pozzo centrale. L’indagine archeologica è stata condotta anche sul fossato, dove si può ancora scavare in profondità. Ma la parte che ha portato alla luce più cose è un piccolo spazio dove si sono concentrati numerosi oggetti provenienti da epoche diverse, che, dopo tre anni di scavo, hanno iniziato a dare vita al castello». Una parte di questi oggetti si possono ammirare nella mostra “Podestagno: castello di frontiera” che è stata inaugurata ieri, alla “Ciasa de ra Regoles”, aperta fino al 17 aprile. Marina Menardi.

 

dal Corriere delle Alpi dell’8 marzo 2017

Quattro le campagne di scavo che hanno finora interessato la rocca
La storia di Podestagno in mostra

CORTINA Podestagno: castello di frontiera. Questo il titolo della mostra che sarà inaugurata venerdì alle 15 alla Casa delle Regole. Prima del taglio del nastro saranno illustrate le potenzialità delle ricerche archeologiche promosse dalle Regole d’Ampezzo e condotte dalla società Land (sotto la direzione scientifica della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e per le province di Belluno, Padova e Treviso) su un castello la cui storia, prima dell’avvio degli scavi, era conosciuta solo grazie ai documenti di archivio.

Le quattro campagne di scavo finora realizzate hanno iniziato a fornire dati preziosi sulle origini della rocca, sulle sue trasformazioni architettoniche e sugli aspetti della vita che vi si svolgeva tra il tardo medioevo e il suo abbandono, nella seconda metà del Settecento. La prosecuzione delle ricerche potrà arricchire un patrimonio di conoscenze prezioso non solo per capire meglio i caratteri di una struttura che ha accompagnato tutta la storia finora nota del territorio d’Ampezzo, ma per ricostruire i processi, ancora pressoché ignoti, delle prime fasi di popolamento della Valle. Interverranno Gianfrancesco Demenego, presidente delle Regole d’Ampezzo; Carla Pirazzini della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e per le province di Belluno, Padova e Treviso; Lorenzo Petrassi , presidente della Land; l’archeologo Stefano Pracchia. La mostra, che espone i manufatti più significativi finora rinvenuti, resterà aperta sino al 17 aprile 2017. (a.s.)