Dal Corriere delle Alpi del 29 agosto 2018
Conclusi con successo gli scavi in cerca del castello di Agònia
La terza campagna del progetto di Giuseppe Pais Becher ha riportato alla luce tra le altre cose alzati murari di una torre di guardia e monete datati IV secolo dC.
di Eugenio Padovan

AURONZO L’Alpstation Lavaredo, nell’ex sede della Cm Centro Cadore, in occasione dell’ultima giornata della terza campagna di scavo alla ricerca del leggendario castello di Agònia, ha ospitato una interessante giornata dedicata all’archeologia. Un progetto portato avanti per lungo tempo da Giuseppe Pais Becher, grande appassionato di storia antica di questa sua terra (trasmessagli peraltro dal padre Gianni, alpinista e scrittore). Una giornata immersi nell’archeologia che ha visto il coinvolgimento di appassionati, studenti , imprenditori ed amministratori; una giornata che Pais Becher ha voluto regalare e condividere con chi ha creduto nella sua idea, a dispetto di molti scetticismi e derisioni: pochi pensavano infatti che quel territorio, posto tra Lozzo ed Auronzo, potesse celare testimonianze di una antica presenza umana stabile, ora documentata invece da ritrovamenti derivanti da indagini scientifiche.Queste operazioni stratigrafiche di ricerca, condotte dall’archeologo Antonio Persichetti di “Archetipo” (con la direzione scientifica di Carla Pirazzini della Soprintendenza) hanno riportato alla luce, allo stato attuale, resti di strutture e reperti datati al IV sec. d.C . Si tratta di alzati murari di una torre quadrangolare di guardia, di notevole spessore e con tracce d’intonaco; di diverse monete, raffiguranti imperatori romani coronati, raccolte sul pavimento; di una tomba d’infante contenuta in un’anfora di provenienza orientale; di altri oggetti rivenuti sul versante opposto a quello della torre.Va ricordato, a proposito di transiti e commerci, di come il sito si trovi lungo la viabilità romana indagata e documentata dal topografo cadorino Alessio De Bon.Grazie alle immagini e alle spiegazioni, è emersa chiaramente la non comune capacità del Cadore di mettere insieme, far convivere e produrre risultati impensati ed importanti per la conoscenza del passato e il suo arricchimento da indirizzare alla cultura e al turismo. Di qui l’idea di Pais di consegnare un premio, intitolato “Agònia, dal mito alla scoperta”, a tutte le persone che hanno creduto e collaborato a questo progetto, in questi lunghi e appassionanti 17 anni di studi e ricerca su documenti e mappe antiche. Premio che consiste in una miniatura eseguita a mano in scala precisa della chiave retica ritrovata dal Pais a Gogna nel 2001. Riconoscimento assegnato a sindaci, amministrazioni comunali , imprenditori, studiosi e alla stessa Soprintendenza. Si tratta, appunto, di una chiave retica di tipologia Sanzeno (V-II sec.a.C.) con impugnatura a traforo che, insieme a coltelli e ascia ed utensili di ferro ritrovati sempre nel 2001, sottolineano la ricchezza di quel territorio e la presenza di popolazioni preromane di cultura retica che, molto probabilmente, convivevano con quelle venetiche e celtiche.

AURONZO L’Alpstation Lavaredo, nell’ex sede della Cm Centro Cadore, in occasione dell’ultima giornata della terza campagna di scavo alla ricerca del leggendario castello di Agònia, ha ospitato una interessante giornata dedicata all’archeologia. Un progetto portato avanti per lungo tempo da Giuseppe Pais Becher, grande appassionato di storia antica di questa sua terra (trasmessagli peraltro dal padre Gianni, alpinista e scrittore). Una giornata immersi nell’archeologia che ha visto il coinvolgimento di appassionati, studenti , imprenditori ed amministratori; una giornata che Pais Becher ha voluto regalare e condividere con chi ha creduto nella sua idea, a dispetto di molti scetticismi e derisioni: pochi pensavano infatti che quel territorio, posto tra Lozzo ed Auronzo, potesse celare testimonianze di una antica presenza umana stabile, ora documentata invece da ritrovamenti derivanti da indagini scientifiche.Queste operazioni stratigrafiche di ricerca, condotte dall’archeologo Antonio Persichetti di “Archetipo” (con la direzione scientifica di Carla Pirazzini della Soprintendenza) hanno riportato alla luce, allo stato attuale, resti di strutture e reperti datati al IV sec. d.C . Si tratta di alzati murari di una torre quadrangolare di guardia, di notevole spessore e con tracce d’intonaco; di diverse monete, raffiguranti imperatori romani coronati, raccolte sul pavimento; di una tomba d’infante contenuta in un’anfora di provenienza orientale; di altri oggetti rivenuti sul versante opposto a quello della torre.Va ricordato, a proposito di transiti e commerci, di come il sito si trovi lungo la viabilità romana indagata e documentata dal topografo cadorino Alessio De Bon.Grazie alle immagini e alle spiegazioni, è emersa chiaramente la non comune capacità del Cadore di mettere insieme, far convivere e produrre risultati impensati ed importanti per la conoscenza del passato e il suo arricchimento da indirizzare alla cultura e al turismo. Di qui l’idea di Pais di consegnare un premio, intitolato “Agònia, dal mito alla scoperta”, a tutte le persone che hanno creduto e collaborato a questo progetto, in questi lunghi e appassionanti 17 anni di studi e ricerca su documenti e mappe antiche. Premio che consiste in una miniatura eseguita a mano in scala precisa della chiave retica ritrovata dal Pais a Gogna nel 2001. Riconoscimento assegnato a sindaci, amministrazioni comunali , imprenditori, studiosi e alla stessa Soprintendenza. Si tratta, appunto, di una chiave retica di tipologia Sanzeno (V-II sec.a.C.) con impugnatura a traforo che, insieme a coltelli e ascia ed utensili di ferro ritrovati sempre nel 2001, sottolineano la ricchezza di quel territorio e la presenza di popolazioni preromane di cultura retica che, molto probabilmente, convivevano con quelle venetiche e celtiche.