Scoperto nuovo sito archeologico sui ‘Prà de drè la Ciesa’ a San Donato di Lamon

Sono da poco concluse le ricerche archeologiche che a San Donato di Lamon hanno interessato i ‘Prà de drè la Ciesa’, un’area di versante posta a monte della chiesa parrocchiale e del limitrofo cimitero. Gli scavi sono durati tre settimane e hanno visto la partecipazione di sei studenti dell’Università degli Studi di Bologna (Aysan Curto, Carlotta Levati, Chiara Campi, Eugenia Viaznikova, Anna Barbiol e Jacopo Rizzardi) coordinati da Andrea Augenti e Paolo Forlin con la collaborazione di Elena Fiorin dell’Università di Roma ‘La Sapienza’.

I risultati, molto significativi, hanno superato le più rosee aspettative. Spiega Paolo Forlin:
‘Credo ci siano tre aspetti da sottolineare. Il primo è che questi scavi hanno interessato una zona mai indagata, questa ricerca ha portato alla luce un sito archeologico finora sconosciuto che conferma come San Donato conservi un ricchissimo e diffuso patrimonio archeologico. Il secondo riguarda la natura dei dati emersi, che rivelano la presenza di una fase insediativa antica, suggerita dai resti di un edificio probabilmente di epoca romana, a cui segue una ridestinazione dell’area ad uso funerario nei primi secoli dell’alto medioevo: il rinvenimento di un bellissimo pettine in osso da una delle sepolture individuate orienta la cronologia del sepolcreto verso il VI – VII secolo, cioè in epoca longobarda.

Un dato di estremo interesse che aggiunge un tassello significativo alla comprensione dell’evoluzione dei paesaggi antichi di San Donato. Il terzo aspetto è che questa esperienza conferma che il territorio di San Donato si presta ad essere utilizzato come una sorta di ‘laboratorio archeologico’ sia per le domande di carattere scientifico, sia per la formazione di studenti e giovani ricercatori come l’archeologia dei paesaggi, l’antropologia fisica e la valorizzazione dei siti di interesse culturale. Quest’ultimo aspetto è particolarmente strategico perché le ricerche attivate sul campo quest’anno riusciranno sicuramente ad arricchire l’offerta di contenuti della collezione archeologica comunale.

 

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