Comunicato stampa MARC

Il mistero del bronzetto alato di Vodo di Cadore

Sabato 16 dicembre 2017, a margine del Consiglio della Magnifica Comunità di Cadore, alla presenza della Dott.sa Carla Pirazzini della Soprintendenza archeologica del Veneto, della restauratrice Sara Emanuele e della ricercatrice dell’Università di Padova Dott.sa Cecilia Rossi, sono state presentate le novità archeologiche legate alla raccolta del Museo Archeologico Cadorino. Nell’intervento introduttivo, la funzionaria della Soprintendenza ha presentato cinque nuove acquisizioni della raccolta, tutti di epoca tardo antica: un pettine in osso, ritrovato nel 2003 nel centro di Domegge e una serie di reperti ritrovati nel 2004 a Pian di Pocòl a Vallesella di Cadore che aggiungono degli elementi preziosissimi a una raccolta già molto importante. La seconda parte dell’incontro si è incentrata sul bronzetto alato di Vodo di Cadore: uno dei reperti archeologici più interessanti e enigmatici tra quelli ritrovati in Cadore, ora finalmente esposto definitivamente, nel Museo Archeologico Cadorino. La documentazione d’archivio colloca il ritrovamento a metà degli anni quaranta del Novecento quando, alla base del Còl Bonèl del comune di Vodo di Cadore, i fratelli

Sartori intrapresero dei lavori edilizi per la costruzione di una segheria. Il manufatto, riportato alla luce in occasione dello scavo per la realizzazione del pozzetto di alloggiamento dei contrappesi di una sega elettrica, fu preso in custodia dal maestro elementare Matteo Talamini “de la tela”, presente sul luogo nel momento della scoperta conservandolo per alcuni anni nella propria abitazione. Nel 1954 il manufatto venne consegnato dal maestro, attraverso la Scuola, al Museo Archeologico Cadorino, istituito l’anno prima dalla Magnifica Comunità a seguito delle grandi scoperte del sito di Lagole. Nello stesso anno la Soprintendenza alle Antichità delle Venezie venne messa al corrente e iniziarono le pratiche per l’esposizione dell’oggetto in Museo che sono state formalmente concluse nel 2017 dopo un significativo impegno, anche finanziario, della Magnifica Comunità che tre anni fa ha voluto approfondire le ricerche intorno al reperto. Dall’analisi iconografica, condotta recentemente dalla dott.sa Cecilia Rossi dell’Università di Padova, emerge la complessità del manufatto che non trova confronti pertinenti nello scenario artistico: caratterizzato dalla presenza simultanea di più elementi difficilmente riconducibili a un’unica divinità del pantheon romano, presenta una veste che ricondurrebbe a una Diana, ma l’esistenza dei calzari con delle piccole ali ai piedi ricordano Mercurio, mentre le grandi ali sulla schiena potrebbero essere quelle di una Vittoria. Estraneo dall’iconografia di una divinità il copricapo, privo di precedenti. L’incoerenza generale del manufatto ha condotto molti specialisti a porre dei dubbi sulla sua autenticità e antichità, smentiti invece dai risultati dell’indagine chimica condotti nel 2016 dall’Università degli Studi di Padova dai quali si evince che il reperto certamente non rappresenta un falso. Purtroppo le indagini sui campioni del metallo lasciano aperto un ampio ventaglio cronologico, che va dal periodo romano fino al 1600. In ogni caso, questa prima campagna di studi fortemente voluta dall’Ente, ha dimostrato la preziosità dell’oggetto e, se vogliamo, infittito il mistero ponendo i riflettori di molti esperti sul reperto, unico nel suo genere, e sul Museo Archeologico Cadorino. Una dato è certo: la perseveranza e la volontà di realizzare un progetto di ricerca e valorizzazione del bronzetto alato di Vodo di Cadore da parte della Magnifica Comunità in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica del Veneto, ha dato una dignità espositiva a uno dei più bei pezzi d’arte del Cadore che da sabato 16 dicembre sarà permanente esposto nella collezione del Museo. Su una più puntuale identificazione dell’oggetto sono già partiti i lavori di una seconda fase di approfondimento critico, che danno alla dimensione del Museo l’aura di essere ancora il luogo della ricerca.

“Siamo molto soddisfatti di questa nuova collaborazione con la Soprintendenza Archeologica del Veneto che tende a potenziare la ricerca legata al Cadore e a dare nuovo lustro al nostro importante museo” afferma il Presidente Renzo Bortolot “è stato un lavoro corale, che ha visto il coinvolgimento del personale della Soprintendenza, l’Università di Padova e degli amici del Gruppo Archeologico Cadorino. Ringrazio tutti della collaborazione annunciando già che in cantiere abbiamo altre importanti progetti fin dalla prossima primavera per potenziare ulteriormente il museo rendendolo il punto di riferimento per le ricerche sulla storia antica degli abitanti del Cadore”.

 

PIEVE DI CADORE, Sala consiliare della Magnifica Comunità di Cadore: Il mistero del bronzetto alato di Vodo di Cadore, presentazione della prima fase di studi

Sabato 16 dicembre 2017 ore 17.00 – PROGRAMMA:

– La collezione del Museo Archeologico Cadorino e le nuove acquisizioni Carla Pirazzini, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso – Il bronzetto alato di Vodo di Cadore, Indagine storica e iconografica Cecilia Rossi, Università degli Studi di Padova

Le operazioni di restauro e la tecnica di realizzazione Sara Emanuele, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso. organizzatori: MCC, MARC, GAC, MUSEI IN RETE in collaborazione con la Soprintendenza.

 


Il restauro del bronzetto alato di Vodo di Cadore
testo, immagini e disegni di Sara Emanuele
Soprintendenza, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova, Treviso

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